C'era una volta... così iniziano le favole che ci hanno fatto sognare un Mondo Incantato
di Principi, Principesse, Fate, Streghe e Maghi.
Mi piace ancora credere che esista un piccolo " Mondo Fatato" nel quale entrare e sognare.
"Chi di scherzo ferisce...
mondo fatato folletti
"Stavolta i Folletti l'hanno fatta davvero grossa" disse Mago Gnomo.
"Ci hanno fatto fare una figuraccia con il Gigante!" aggiunse mortificato Gelsomino.
"Non bisogna fidarsi di loro, dicono sempre e solo bugie!" concluse Geranio.
Ma pur sapendo che era meglio non credere alle tre pesti, gli Gnomi ci cascavano sempre!

E, quindi,erano i bersagli preferiti di Peperino,Zenzero e Aceto, che si divertivano a provare su di loro tutti gli scherzi che conoscevano.

"Guarda con questo cannocchiale potrai vedere lontanissimo, fino allo stagno delle Grandi Ginestre" dissero un giorno a Cipollino.
"No, no, non ci casco, sarà uno dei vostri soliti scherzi" rispose allora il poverino.
"Ma dai, Cipollino, devi fidarti dei tuoi amici, altrimenti di chi ti vuoi fidare?

Non essere così sospettoso, altrimenti ci offendiamo!"
Ma, Cipollino avrebbe fatto meglio a non fidarsi, perchè avrebbero evitato un occhio nero... di fuliggine!
"Ma Cipollino, chi ti ha fatto quell'occhio nero?!"
Pian piano la pazienza degli Gnomi cominciò ad esaurirsi.

Ogni giorno Gnomo Mago doveva ascoltare le lamentele delle vittime di Zenzero, Aceto e Peperino.
"A me hanno nascosto il martello e non ho potuto terminare la diga..." diceva il Castoro.
"Hanno puntato la mia sveglia alle cinque del mattino e mi hanno svegliato sul più bello, ronf..." protestava il Ghiro.

"L'altro giorno li abbiamo invitati a fare la merenda da noi... dicevano le sorelle Topine."E poi ci siamo accorte che avevano messo nella zuccheriera il sale al posto dello zucchero...
Non vi dico quando abbiamo offerto il caffè all'ingeniere Castoro! Che vergogna..."
"A me quei ragazzacci hanno messo una puntina sulla sedia" diceva il Topo Nero."Se li becco, gliela faccio vedere io!" diceva la Donnola.
"Mi hanno regalato delle uova e poi, dopo aver addentato la prima, mi sono accorta che erano di gesso e mi sono rotta mezzo dente!"
"Al povero Corvo hanno nascosto il cappello e lui non è uscito per una settimana (lo sapete che è pelato e non vuol farsi vedere...)" continua la Lontra.
Insomma, nessuno sopporta più questa situazione!

Alla fine gli nomi decisero di riportare i Folletti dove li avevano trovati e li chiusero nell'albero tappando l'apertura con un grosso tappo di sughero.
Ma dopo qualche secondo, quando tutti tiravano un sospiro di sollievo per essere riusciti a liberarsi di quei tre birbanti...baaaang!
E improvvisamente... ecco uscire il tappo, sparato fuori dai Folletti grazie a una delle loro polverine magiche.
Basta amici rassegnamoci, temo che non riusciremo mai più liberarcene!" concluse Gnomo Mago parecchio sconsolato.
Poi si rivolse ai tre Folletti.
"Però ragazzi miei, io vi avverto: se continuerete con i vostri scherzi, prima o poi ve ne pentirete! Non lo conoscete voi il detto "chi di scherzo ferisce, di sherzo perisce"? concluse un pò minaccioso e un pò divertito.
...di scherzo perisce!"
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"Ben vi sta! Ben vi sta!" ripeteva Memorandum, il Pappagallo di Pignasecca, la Fata Nera, vedendo i tre Folletti rincorsi dal Gigante Barbarossa.
"Così imparerete a dar fastidio a chi è più grosso di voi!"
"Quel Pappagallo presuntuoso ha bisogno di una bella lezione!" disse Peperino ancora affannato per la corsa.
"E noi gliela daremo, parola di Folletto":
In effetti Memorandum, come tutti i suoi simili, non era certo molto discreto e spesso si intrometteva in situazioni che non lo rigiardano assolutamente.
Ma Memorandum aveva sempre goduto della protezione della Fata Nera e anche degli abitanti del bosco, che gli erano grati per la sua memoria; infatti Pignasecca, che non era più giovanissima, era spesso smemorata.
Potete quindi immaginare quale pericolo possa essere per tutti una Fata che compie una magia sbagliata solo per avere pronunciato male le formule necessarie!
E proprio in questo consisteva l'aiuto di Memorandum, ossia ripetere le formule che aveva ascoltato per tanti anni assistendo la Fata.
"Andiamo a prenderlo adesso che la Fata è nel bosco" disse Peperino agli altri due amici.
"Eccoti finalmente da solo!
Ora vedremo chi è il più forte e se chiuderai quella brutta boccaccia" concluse Peperino dopo aver trovato il Pappagallo.
"Andate via o lo dirò alla mia padrona! Non mi toccate, mi rovinate le penne!"
"Ora ci pensiamo noi alle tue piume! Buttiamolo in questa pentola di pece!" " No, la pece no, aiuto!"
Fu così che Memorandum si trovò immerso in un bagno di pece nera, fra le risa dei Folletti che si erano finalmente vendicati, Appena lo venne a sapere Pignasecca andò su tutte le furie e decise subito come vendicarsi, con la collaborazione degli animali e degli Gnomi.
"Userai una delle tue magie per castigarli?" chiese Gnomo Mago alla fata.

"No, non userò magie, perchè altrimenti sarebbe una vendetta personale, solo mia: Invece deve essere un castigo comune! Tutti vi contribuiterete e per un pò non avremo più Folletti in giro a combinare guai, Voglio che tutte le puzzole del bosco mi portino il loro liquido puzzolente e voglio che voi Gnomi scaviate una fossa non troppo profonda, ma ben mimetizzata, E tu Riccio, spargerai la voce, nel punto in cui ci sarà la fossa, hai visto tantissime piante di peperoncino, perchè so che quei tre dispettosi ne sono molto ghiotti!"

Tutti obbedirono e quella sera si appostarono nel bosco: una vedetta li informò che i Folletti stavano arrivando e tutti incominciarono a tapparsi il naso, prevedendo quello che sarebbe successo.

"Riccio aveva ragione! Guardate quanti peperoncini!"
"Ma non sentite uno stano odore?" disse Aceto, ma non ebbe il tempo di finire la frase che vide i suoi due amici sprofondare in un liquido biancastro e anche lui li seguì a ruota.
"Puah! Che puzza" pensa la Fata Nera, arriciando il naso:"Aiuto. puah! Che puzza, si soffoca!"
"Ci siete cascati finalmente!" esultarono gli abitanti del bosco, uscendo dai loro nascondigli.
"Ora puzzerete tanto che anche le Puzzole col raffreddore vi eviteranno!"
"Siamo costretti a isolarvi per un lungo periodo, nel tronco di un albero, con l'obbligo di rimanerci fino a quando non vi sarà passato l'odore! sentenziò Gnomo Mago soddisfatto:
"Ben vi stà! Ben vi stà!" ripeteva Memorandum.
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